Cenni sulla sua nascita

 

 

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Cenni

Nascita della chiesa di Volperino

Nel 1.130 andando in quelle parti un -Abbate dell'Ordine di S. Benedetto della

Congregazione Benedettina, che era di stanza nel Monastero di Santa Croce in Sassovivo gli fu donata per grazia singolare (la sacra e pregiatissima TESTA di esso S.MAURO) la quale con molta reverenza la portarono in Italia, la depositarono nel predetto suo Monastero di Sassovivo.

Accadde che questo Abbate, molto predicò in V 0 L P E R I N 0, Villa del territorio di Foligno ove con buona occasione esagerò nei miracoli rari e notabilissimi operati da esso Santo nell'anima e nei corpi di moti Nazioni. Per la qual cosa gli abitanti di VOLPERINO, si accesero talmente infiammarono nella devozione del Santo, che promisero di ergere in breve tempo con l'aiuto dei Frati Benedettini di Sassovivo una Chiesa e dedicarla a S. Mauro e nel giro di 5 anni fu pronta era l'anno 1.135. Onte i soprannominato Abbate per corrispondere alla pietà di essi e maggiormente stabilire, le diete in dono quella sacra e benedetta Testa la quale fu venerabilmente riposta nella predetta Chiesa di VOLPERINO.

Dalla detta pia azione, usata dal devoto Abbate e per la grande bontà che vivevano i Monaci nel Suddetto Monastero di Sassovivo, derivò che Monsignor Benedetto Vescovo di Foligno concesse la detta Chiesa di S. Mauro o volgarmente si dice S. Maroto, diete il perpetuo governo a cura del soprannominato Abbate nominandola (ABAZIA DI S. CROCE DI VOLPERINO ) nel. cui modo e raggiungimento perseverò per molto tempo.

Questa Chiesa fu arricchita da molte indulgenze e fra l'altro Filippo di Sarsana, Cardinale del titolo di S. Lorenzo in Luciana, Vescovo di Bologna e maggior Penitenziero, essento perpetuo Commendatario di detto Monastero di Sassovivo. Concesse nel 1.475, Indulgenza di cento giorni in perpetuo a ciascuno che visiterà la Chiesa o Cappella di S. Maroto in VOLPERINO, dai primi ai secondi Vespri della Festa della Natività de Signore, del primo giorno di Pasqua di Resurrezione e della Pentecoste, per ciascuna volta.

Inoltre 12 Cardinali unicamente per loro breve, data in Roma, sotto li 20 di settembre 1.546 a tutte le persone pentite e confessate, che nei giorni della festività della Resurrezione del Signore, della Pentecoste, d S. Maroto e di tutti i Santi che furono visitati nella Chiesa di S. Maroto in Volperino, dai primi ai secondi Vespri inclusi, concessero in perpetuo, e in ciascuna volta, cento giorni d'Indulgenza, senza, però, revocare l'altra prima; che in tutto e in ciascuno dei predetti giorni di festività, sono duecento giorni d'Indulgenza.

Dopo molto tempo accorrendo la gente di detta Villa, restaurarono l'Altare Maggiore della Chiesa di S,Maroto, e fame un altro con più Maestà e decoro con una petizione del parroco Don Francesco Raniazario, Rettore della medesima Chiesa; Mons. Natale Vescovo Vegliense, a di nove di gennaio 1521 consacrò l'Altare in onore del medesimo S.MAURO, e ivi ripose e situò le reliquie di S.'Biagio Martire, e di S. Salamone confessore, e di S. Barbara Vergine. Concedendo nello stesso giorno di detta Consacrazione a tutti i fedeli un anno d'Indulgenza, e per l'avvenire in perpetuò, a chi visiterà detta Chiesa nel giorno nono di Gennaio, anniversario della predetta consacrazione, concede 40 giorni d'Indulgenza per ciascuno giorno e anno.

In questa Chiesa dì S. MAURO o Maroto, Come comunemente si nomina la prima volta consacrata a dì (18 dì AGOSTO) e sotto questo stesso giorno vi fu solennemente (TRASFERITA LA SACRA TESTA DI DETTO SANTO.) E quindi deriva che sebben la sua memoria é Celebrata dalla S. Chiesa nel Martirologio Romano il giorno 27 di Gennaio; tuttavia nella predetta Villa di VOLPE RINO in guardo dì questa consacrazione, e traslazione sene solennizza là sua festività ogni anno il 18 dì Agosto e lo stesso giorno nella Diocesi di Foligno si recita Messa e Uffizio doppio fino a oggi.

Vedendosi poi in progresso di tempo' che la pregiatissima Testa del Santo, non era venerata in quella Villa e custodita come era nel desideri del Vescovo che nel 1490 Mons. Luca Cìbo Vescovo dì Foligno fece trasportare il Sacro Teschio a Foligno con grande rumore dei Volperinesí, ove fino al presente sì vede commemorata nel Duomo tra le insigne reliquie, che si custodiscono e venivano mostrate ogni anno, solennemente al Popolo il dì decimo di Marzo, giorno dell'anniversario della consacrazione del Duomo Di Foligno.

La predetta sacra Testa nel 1499 fu adornata e abbellita e collocata dentro una Immagine dì essa con un busto d'argento, effetto della pietà e elemosina di Domenico dì Martino Borscìaní, Sacerdote d Foligno in testimonia della venerazione e stima grande in che questa benedetta gioia sì teneva e tiene fino al presente dal devoto Popolo dì Foligno e Volperino.

La Sopra riportata è stata da ente rìtrascrìtta secondo l'uso del tempo, dal volume citato da LUDOVICO JACOBILLI.

 

Addì 5/12/1997

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L'ABAZIA DI SANTA CROCE A VOLPERINO

 

Il complesso di santa Croce a Volperino, è giunto fino a noi con assetto medioevale, sebbene la Chiesa sia stata adattata alla liturgia del secolo XVII e nel 1980 subendo pesanti restauri come la costruzione di muri a scarpa esternamente alle navate laterali, il rifacimento moderno della facciata e il rinnovamento di altre strutture.

La Chiesa S. Mauro a pianta basilicale a tre navate divise da pilastri con apside poligonale. Nei muri apsidali sono ricavate tre nicchie: la centrale rettilinea, le laterali a sviluppo semicircolare. L'ingresso principale è sulla facciata; altri ingressi secondari si aprono ai fianchi della chiesa comunicando con le navate laterali. Cinque sono gli altari, di cui il maggiore è stato recentemente rinnovato, la base della mensa è costituita da una pietra archeologica. Gli altri altari, sono ubicati nelle navate laterali. Sopra abbiamo, ai due lati opposti, una cantoria con organo del XVIII sec. e un pulpito.

Alla sacrestia si accede dalla navata sinistra, mentre al campanile dal lato opposto. L'interno della chiesa è dipinto con opere in affresco commissionate dalla pietà dei fedeli di Volperino dalle quali si conoscono in alcuni casi la data e i nomi dei committenti ma non gli autori.

I dipinti delle navate di maggior valore artistico, sono probabilmente di un pittore marchigiano della scuola del Crivelli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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