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INFO TERREMOTO

CENNI STORICO- GEOGRAFICI

I centri abitati di Vescia e Scanzano si adagiano alla confluenza di due valli fluviali, quella del Topino e quella del Menotre; se osservati dalla Statale Val di Chienti, ai piedi dell'imponente piramide del Sasso di Pale, si scorgono in una immagine tra le più suggestive.La presenza dei due fiumi ha segnato nel tempo la storia dei due villaggi, tanto che Vescia deriva il suo nome appunto da Guesia, antica denominazione del fiume Menotre. Tale toponimo di origine longobarda, già diffuso nel basso medioevo, è largamente usato nelle Carte dell'Abbazia di S.Croce di Sassovivo e negli Statuti del Comune di Foligno. Le acque dei due fiumi hanno alimentato per lungo tempo vari opifici sparsi un pò ovunque (mulini, concerie, tintorie, fabbriche di ferro battuto, ecc.) fornendo nel contempo un valido sostegno alle attività strettamente agricole. I due centri abitati sono divisi dalla Flaminia Vecchia che testimonia l'importanza geografica di questa zona tenuta in notevole considerazione già dagli antichi romani, come punto focale di collegamento tra Roma e l'Adriatico. Al periodo medievale risale la denominazione di Castello riferita ad un rione del paese di Vescia. Poco ormai sembra rimanere a documentazione di quello che doveva essere uno dei tanti villaggi fortificati eretti tra il XIII ed il XIV secolo nelle pertinenze di Foligno. Lo stesso Ludovico Jacobilli afferma che "nel territorio sono molto terre e rocche per guardia a difesa di esso". A Vescia è presente una bellissima "palombara" sorta in luogo isolato, fuori dal centro abitato ed in seguito inglobata da costruzioni di epoca successiva. Il corpo centrale dell'edificio, che comprende anche la torre compare in una mappa del XVII secolo, ma i catasti citano il vocabolo "Palombaro" in questa zona già nel 1500. E' una solida costruzione che ricordando le antiche funzioni di difesa si affermò nel corso del tempo quale edificio per l'allevamento dei colombi che fornivano carne e "la colombina" , concime utilizzato per le colture della canapa e del lino. Nei pressi di Vescia, tra le varie case rurali oggi abbandonate, compare una bella villa signorile, Villa Morotti o Villa Navello, che lascia su queste campagne l'impronta profonda della aristocrazia terriera; essa per secoli è stata l'espressione tangibile del sistema mezzadrile .

Maria Vera Speranzini

 

pagina a cura di La Terra Invisibile